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LAVORARE SU SÉ STESSI CON UN ESPERTO È LA CHIAVE

Sei appena uscito da una relazione tossica o vuoi uscirne ma non sai come fare?

A mio avviso, la chiave più potente che possa esserci per poter guarire e liberarsi, è chiedere aiuto ad una/o psicoterapeuta.

Come mai è così importante?

La ragione può sembrare banale ma non lo è affatto. Lavorare con un terapeuta, non solo offre un punto di vista esterno che apre la mente ma ti da anche gli strumenti per vedere le cose come stanno quando tu non ci riesci.

La ragione più importante è questa: la terapia ti allenerà ad ascoltarti e a metterti in relazione con te stesso, cosa di cui chi è finito in una relazione tossica non è (almeno in quel momento) assolutamente capace.

E lo dico per esperienza diretta!

Chi finisce in una relazione tossica, dove non c’è scambio equo, non c’è comunicazione, dove non c’è rispetto e si deve lottare quotidianamente per far valere il proprio diritto di esistere (e quindi di avere delle proprie necessità) ha -molto probabilmente- sviluppato, nei primi anni di vita,  l’idea malsana di essere “trasparente”.

Le sue esigenze di bambino, saranno senz’altro cadute in secondo, terzo, o all’ultimo piano della scala per compiacere il genitore manipolatore e, a oggi, sono diventate così di intralcio alla sua sopravvivenza da essersene completamente dimenticato.

Molti di noi hanno messo a tacere le proprie necessità e i propri bisogni di essere umano per compiacere i Vampiri. Ma, volenti o nolenti,  questi aspetti di noi un giorno grideranno e noi saremo costretti ad ascoltarli.

L’atto di  fare di tutto per avvicinarsi sempre di più all’idea che mamma o papà aveva di noi, ci ha portato a snaturarci, a non ascoltare le nostre priorità, soprattutto quando percepite in contrasto con il ruolo che dovevamo imparare a coprire per sentirci degni dell’amore genitoriale.

La terapia con uno terapeuta ti aiuterà a vedere proprio questo: che dentro di te c’è una persona che grida per essere finalmente vista ed uscire allo scoperto. Una persona che non deve più compiacere nessuno se non se stessa. Che non deve più mentire a sé e a gli altri per essere degna di amore.

Ricordo le mie prime sedute in preda alla disperazione, (avevo scoperto che il mio partner mi aveva crudelmente ingannata) quando raccontavo di me lo facevo sempre esprimendo il punto di vista degli altri. La mia psicologa (a cui devo moltissimo) mi rimandava, però, sempre a me stessa : “Ma Giulia cosa pensa? Giulia cosa vuole? Giulia cosa sente?”.

Io non sapevo nemmeno rispondere, talmente non ero abituata a pormi certe domande.

Non sapevo assolutamente chi fossi e che cosa volessi. E per forza, ero finita nelle mani di chi faceva di me polpette!

Ero tutto e non ero niente.

E rimanevo in silenzio, come se mi avesse chiesto di conoscere a memoria il quoziente intellettivo medio del Vietnam, o di fare delle citazioni a piacere in aramaico.

Sguardo perso, connessioni sinaptiche assenti. Encefalogramma piatto.

Ho dovuto lavorare molto duramente per ascoltarmi. Ho dovuto ritrovare quella parte di me abbandonata e cercare di ricostruire con lei un rapporto fatto di comunicazione attiva. E si, qualche volta ci ho pure litigato. Anche se era (anzi, è sempre stata) una parte di me, era pur sempre un’estranea con cui ero costretta a convivere pur non conoscendoci bene. Una tortura, alle volte.

Mettersi davanti allo specchio può essere brutale. Una doccia fredda. L’esperienza più dolce e amara che possa esistere. Ma per quanto possa essere doloroso, è anche necessario per condurre un’esistenza felice e appagante.

Come diceva Seneca “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”.

E allora occorre ascoltarsi sinceramente,  darsi una voce e una direzione. Solo capendo cosa vogliamo e non vogliamo nella nostra vita possiamo essere felici. Sembra banale ma il più delle volte nessuno lo fa davvero.

Spesso, per arrivare a questa conclusione, abbiamo bisogno di una mano esperta. Ognuno ci arriva con i suoi modi ed i suoi tempi, avendo tutti percorsi di vita differenti. Non è facile trovare il terapeuta giusto ma con un po’ di  forza di volontà e un pizzico di fortuna si può fare tutto. Anche qui è importante ascoltare le proprie intuizioni, le proprie sensazioni di fronte all’esperto che vuole aiutarci. Solo noi possiamo sapere se è la persona che fa al caso nostro.

Il primo passo resta comunque quello di ammettere di aver bisogno di aiuto e, si sa, chi ben comincia è a metà dell’opera!