Quante volte abbiamo ripetuto questa frase dopo la fine di una storia con un Narcisista? Ovvero: “Non mi fido più di nessuno” è il primo pensiero della mattina e l’ultimo prima di andare a letto.
Non sono tanto i tradimenti fisici (di cui probabilmente non verremo mai a sapere) ma quanto il tradimento morale, l’inganno che ci è stato a lungo perpetrato a farci cadere le braccia e chiudere il cuore per sempre (o a darci, almeno per un po’, l’illusione che ciò avvenga davvero).
Quando la maschera cade e il Narcisista si svela per quello che è realmente, la delusione è talmente forte da lasciare senza respiro.
Una delusione preceduta da un’illusione, sia chiaro. E quindi, forse ancor più dolorosa .
Dopo aver subìto manipolazione per mesi (o peggio ancora anni) da un soggetto tossico, dopo aver perso tutta l’energia vitale cercando di trovare un modo per comunicare con una persona che non ha mai mostrato alcun interesse nell’ascoltare, nel rispondere in maniera esaustiva (un vero muro di gomma), nel condividere o nel dare amore sincero e disinteressato, si è stanchi ed esanimi.
Dopo esserci colpevolizzati ingiustamente, dopo aver tenuto sempre alta la guardia (a forza di stanare bugie), la fiducia nel prossimo è pari a zero.
La disillusione, il dolore per la perdita e l’abbandono, il silenzio che rimbomba, le risposte che non avremo mai, rendono la realtà che ci circonda un film horror. Ma reale.
Il fatto di aver avuto a che fare con una persona crudele e non averla riconosciuta, se non quando era troppo tardi, ci mette in una condizione di paura: la paura che il mondo sia pieno di questi soggetti e che noi continueremo a non riconoscerli per tempo.
Per fortuna, questo non è vero.
Con un enorme lavoro su sé stessi – e continuerò a ripeterlo all’infinito, si lavora meglio su sé stessi se si è aiutati da un esperto- tutte le nostre barriere possono scendere vertiginosamente fino a raggiungere un livello in cui possiamo lentamente aprire di nuovo il nostro cuore, lasciando l’asticella della difesa alta al punto giusto.
Non appena terminato l’inferno che vivevo nella relazione tossica, ho riscontrato su me stessa alcuni sintomi di difesa troppo elevata che, informandomi, ho capito essere – non sempre ma in alcuni casi – delle vere e proprie “distorsioni cognitive”.
(Vi lascio un link per studiarle, se volete:
http://www.stateofmind.it/2018/07/distorsioni-cognitive/ )
In altri casi, invece, erano dei salvavita importantissimi.
Ho sviluppato (solo per citarne alcuni):
⁃ Un’attenzione smisurata per i dettagli. Infatti, ogni volta che vedo una serie tv poliziesca, al secondo episodio capisco subito chi è l’assassino nel totale stupore dei presenti che credono io abbia visto la serie tv da sola in anticipo. Per me è facile, è solo fare quell’ 1+1 che in una relazione tossica sembrava un’equazione di chissà quale grado – irrisolvibile-.
⁃ Un sesto senso acutissimo. Riesco a capire quando una persona mente anche fosse solo per una stupidaggine (e non essendo più in dissonanza cognitiva credo adesso fortemente a tutto quello che sento). Per inciso, il credere al mio intuito al 100% ha anche un lato negativo, poiché mi porta ad essere molto dura e poco flessibile (e quindi a vedere o tutto bianco o tutto nero – vedi appunto le “distorsioni cognitive“).
⁃ La capacità di capire quando l’altro proietta su di me i suoi problemi (inconsciamente se si tratta di una persona “sana”, nel senso di integra) e che, quindi, se mi accusa di qualcosa, è molto probabile che stia parlando di se stesso.
Insomma, tra reazioni negative e positive alla manipolazione subita, la buona notizia c’è.
I manipolatori li riconosceremo subito, d’ora in poi. E le persone ben intenzionate pure.
La paura non ci serve più. Se prima ci metteva in allarme continuo, adesso saremo pronti ad allontanare chi ha cattive intenzioni e a dare una possibilità a chi invece ha un cuore buono come il nostro.
Partiamo innanzitutto dal presupposto che non tutte le persone del mondo sono qui per farci del male.
Esistono tante bellissime persone che vogliono amare ed essere amate, che sanno dare e ricevere con equilibrio. Che non intendono ferire il prossimo per puro divertimento o per accrescimento del proprio ego.
Sta a noi riconoscerle ed aprire loro la porta del cuore.
Certo, non è facile e ci vuole tempo.
Bisogna studiare prima noi stessi, capire quali dinamiche ci hanno tenuto incatenati alla precedente relazione tossica (o precedenti, se più di una), di quali rassicurazioni avevamo bisogno e provare a darcele da soli. Detto in altri termini, dobbiamo diventare il genitore di noi stessi e proteggere la nostra parte bambina (bisognosa) con amore e dedizione.
Ripeto, non è un processo semplice.
Ma bisogna provarci.
Dobbiamo finalmente darci la possibilità di sperimentare una relazione sana, fatta di scambio equo. Fatta di non-attaccamento.
Dobbiamo accettare le nostre debolezze ( e vi assicuro che non è facile per niente)!
Dobbiamo necessariamente abbassare la guardia, dopo aver alzato le barriere in maniera smisurata per difenderci dall’incubo di rivivere un nuovo inferno con un altro manipolatore.
Abbassare la guardia al punto giusto.
Restare intrappolati nella convinzione che le persone NON sono degne di fiducia fino a prova contraria ci darà filo da torcere.
Ho trovato sul web una citazione che mi ha aiutata profondamente, del Dott. Enrico Parpaglione:
“Fino a prova contraria le persone sono degne di fiducia, se ho prove concrete che una persona non lo sia, deciderò se mantenere o meno questa relazione, ma questo non cambierà la visione che ho degli altri”.
È proprio così: non possiamo controllare come si comportano gli altri, ma possiamo controllare come reagiremo noi di fronte ad un nuovo eventuale ostacolo.
È questo atto di fiducia nell’altro è un vero e proprio atto di fiducia verso noi stessi.
La sensazione più liberatoria che abbia mai provato.