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FIABE PER ADULTI DI CUORE

“Tutto l’amore che ti fu negato nella tua infanzia, devi rinunciare a cercarlo da grande perché nessuno te lo darà, neppure coloro che ti ameranno sul serio, perché loro ti ameranno da grande e tu inconsciamente vorrai essere amata da piccola. Finché questa rinuncia non avvenga, ogni amore adulto è a rischio di fallimento, ogni tuo tentativo di amare non sarà che mendicare comprensione e, peggio ancora, il tuo amore per quanto intenso non sarà mai adulto, bensì sarà solo il continuo piagnucolare di un bambino smarrito”. Pietro Vannessi – Fiabe per adulti di cuore

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PERCHÉ SI CHIAMA RELAZIONE TOSSICA?

Dipendenza affettiva. Ma che significa? Non sono riuscita a trovare prove empiriche dell’esistenza di questa patologia, sembra più una condizione che vive una persona nel momento in cui si innamora di qualcuno di cui poi non riesce più a fare a meno. Come se quel qualcuno fosse una droga. Studiando, leggendo, guardando video di esperti in giro per il web, ho letto qualcosa di molto interessante al riguardo. La montagna russa emotiva, tipica della relazione con il Narcisista, stimola sostanze biochimiche presenti nel cervello, il quale ne diventa dipendente. Due ormoni in particolare sono importanti da citare: L’Adrenalina e l’Ossitocina. Detto in termini semplici, l’adrenalina è quell’ormone che viene rilasciato dal nostro corpo quando abbiamo paura, mentre l’ossitocina viene rilasciata quando siamo felici. Perché sono importanti proprio queste due sostanze biochimiche? Perché sono quelle che, durante una relazione tossica, proviamo più volte e in maniera alternata. Pensiamo al love bombing, quando il “nostro” Narcisista si mostra come il partner ideale. Attenzioni, coccole, gesti d’amore, ci stimolano Ossitocina. Pensando invece a tutte le delusioni che riceviamo quando inizia la manipolazione, alla rabbia, alla paura di venire abbandonati, ecco che l’adrenalina fa la sua entrata. E poi, a “rinforzo intermittente” , in maniera alternata, passiamo da una sostanza all’altra in una danza senza fine. (Ad esempio quando il Narcisista ci fa un regalo o un altro gesto d’amore dopo averci dato una delusione, passando così da un rilascio di adrenalina ad uno di ossitocina). Insomma, la dipendenza c’è ed è concreta. È per questo che la fine della storia tossica, si traduce sempre in una disintossicazione, anche fisica, con relativa fase di astinenza: crampi fortissimi allo stomaco, pianto ininterrotto, sudorazione, senso di morte imminente. Non ci ho creduto finché non l’ho provato sulla mia pelle. Ci tenevo a scrivere queste cose, perché di solito passa il messaggio che la Dipendente affettiva sia una persona che si attacca a chiunque le dia un po’ di attenzione, una debole, una mendicante di affetto. Il che non è propriamente corretto. O, peggio ancora, viene tacciata di dipendenza affettiva quella persona che, avendo subito abusi nell’infanzia, ricerca spasmodicamente (ma inconsciamente) il nuovo “abusante” in chiunque le capiti a tiro. Eh no! Se fosse vero, ci saremmo innamorati di una persona maleducata, rude, volgare, aggressiva, insomma, tutto il contrario di quello che mostra all’inizio il Narcisista, che anzi, indossa la maschera dell’agnellino : dolce, buono, gentile e ipersensibile! Veniamo truffate e poi “drogate”. Ci potremmo pure perdonare, direi. L’importante è ricordarsi una cosa fondamentale per una relazione futura. Riflettiamo su questo: il Narcisista ci ha attratto perché avevamo la sensazione di non annoiarci mai, vero? E tutte le persone “sane” (per quel che possa voler dire), normali, ci sono sempre sembrate noiose, o no? Se rispondete di no, probabilmente state mentendo (a voi stessi, non a me che nemmeno vi sento). Riflettiamo su questo. Riflettiamoci tanto. Buona giornata! TORNA AL BLOG VEDI ALTRI VIDEO

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PER CAPIRE SE È NARCISISTA DEVI RILEGGERE TUTTA LA STORIA A RITROSO – dalla fine all’inizio –

Da quando ho iniziato a studiare il fenomeno del narcisismo, leggendo libri e guardando video di esperti, ma soprattutto da quando ho iniziato a confrontare la mia storia con quella di amici (uomini e donne), l’unica cosa che ho capito è che scoprire se si ha a che fare con un Narcisista può essere, in alcuni casi, davvero complicato. Non avendo i mezzi degli esperti ma potendo fare riferimento ai loro studi (che Dio/ l’Universo li benedica sempre nei secoli dei secoli!) la domanda che ci ponevamo sempre con gli amici era la seguente: “Secondo te è Narcisista”? Penso che questa sia davvero una domanda da un milione di dollari (per gente che, come me, ha studiato altro nella vita). Però, c’è un però. Liste, stilate da esperti, di caratteristiche dalle quali dedurre se si ha avuto (o si ha) a che fare con uno di loro ce ne sono a bizzeffe -per fortuna-. Tutte riconducono ad uno schema di manipolazione ben preciso che inizia con il bombardamento d’amore e si conclude con lo scarto e la sostituzione immediata della preda. Più o meno il meccanismo funziona così : (Attenzione! Esistono diversi tipi di narcisismo, in questo frangente vediamo le caratteristiche generali e comuni) Lovebombing (bombardamento d’amore): parole e gesti eclatanti che ti convincono che lui è pazzo di te Periodo d’oro o di Luna di Miele: un periodo di tempo, relativamente breve, dove il love bombing di cui sopra si estende, per cementare la sensazione nella preda che le intenzioni del Narcisista siano serie Fase di svalutazione: il Narcisista ti toglie piano piano, senza che tu te ne accorga subito, le attenzioni di cui sopra, infiltrando nella tua testa e nel tuo cuore l’idea di essere “sbagliata” o di aver fatto qualcosa di sbagliato per meritarlo. Come? Con una serie di manipolazioni infime e dolorose, che brevemente riporto sotto: A) Ti mette in competizione con tutto e tutti (Triangolazione); B) Ti confonde, dandoti e togliendoti sicurezza a suo piacimento (hai la sensazione di essere sempre passibile di abbandono da parte sua). Racconta un sacco di balle, nega l’evidenza, cambia più versioni di un evento (gaslighting), ti provoca per farti avere reazioni di rabbia che poi ti ritorce contro, parla male di tutti i tuoi affetti e ti allontana da loro – con varie tecniche -. Insomma, detto in altri termini, ti induce una “Dissonanza Cognitiva” dove ti senti letteralmente divisa in due (sono pazza io oppure lui si sta comportando proprio male?) C) Ti deride, in pubblico o in privato, ed è maestro in aggressività (attiva o passiva, dipende dal tipo di Narcisista); D) La comunicazione è impossibile (è un vero e proprio muro di gomma) a domanda non segue mai una risposta chiara ed è indifferente alle tue esigenze, anzi queste sono proprio delle rogne da evitare. Più delle parole ti dona silenzio (silent treatment). Un vuoto che rimbomba e che ti distrugge, una vera e propria punizione; Fase dello scarto, del ripescaggio o sostituzione: stanca di essere manipolata (prima o poi ci si accorge dello schema che si subisce, per causa di forza maggiore, e ci si comincia a ribellare), lo lasci oppure ti fai lasciare (inconsciamente). [Qui devo fare un appunto: è vero che dipende dai casi, che ogni storia è diversa, ma da quello che ho potuto notare, succede raramente che un Narcisista ti lasci all’improvviso se prima non ha la prova che tu non sia più disposta a dargli senza riserve. Fa comodo stare con una persona un sacco di tempo ed è un dispendio di energia enorme per lui andarsi a cercare un’altra risorsa primaria (anche se il piede in due staffe ce lo ha da sempre, rincara la dose “di caccia” quando capisce che con te non c’è più trippa per gatti). Quindi, sempre per mia esperienza ed osservazione, non ti lascia facilmente, sei tu che ti fai lasciare proprio perché inizi a dargli un input diverso :“Mi hai preso tanto in giro e adesso non te lo permetto più”.] Se lo lasci tu ti da il tormento perché non lo accetta, proprio non se lo aspettava e non era pronto (come ti permetti a lasciarmi se prima mi adoravi?). Se ti lascia lui significa che ha già il rimpiazzo – coltivato da tempo – ma puoi contarci che da solo non ci sta nemmeno mezza giornata. E sparisce nel nulla. Ti punisce col silenzio, di nuovo. Attenzione, questo è un elemento decisivo per riconoscere un Narcisista. Ti scarta come un paio di scarpe vecchie, anche dopo 20 anni di relazione, e non proferisce più parola. Le domande ti affollano la testa e lui non sai nemmeno che fine abbia fatto. Potrebbe tornare, se il rimpiazzo gli da il due di picche, e fingere una “finta epifania”. Questo termine è di H.G. Tudor, un Narcisista che mette a disposizione online, sul suo blog, un sacco di chicche su come riconoscere la sua “specie”. Il sito è in inglese, ma potete trovare anche traduzioni in italiano dei suoi articoli sul web! Insomma, frasi come: “Ho capito di aver sbagliato e sono cambiato” sono la prova di un’ulteriore truffa: tornano convincendoti che da adesso in poi tutto sarà diverso. Ma di diverso ci sarà solo il tempo intercorso tra il nuovo love bombing e il nuovo scarto. Un tempo molto più breve. E le dinamiche di manipolazione ancora più dolorose. Insomma, per concludere e tornare al titolo dell’articolo, ho imparato questo: Tutti possiamo manipolare, tutti possiamo lasciare, tutti possiamo deludere, offendere il partner. Ma come si riconosce un Narcisista? Alla fine della storia. Per il modo in cui reagisce se ti lascia o quando lo lasci tu. “Ma allora anche la mia ex che è sparita dopo avermi lasciato è una Narcisista?” Mi ha chiesto un caro amico. La risposta che mi sono sentita di dargli è stata la seguente: se rispetta anche i punti precedenti (lovebombing, svalutazione, ecc.), allora sì! Altrimenti è valido tutto e il contrario di tutto. E per riconoscere un Narcisista

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NON MI FIDO PIÙ DI NESSUNO

Quante volte abbiamo ripetuto questa frase dopo la fine di una storia con un Narcisista? Ovvero: “Non mi fido più di nessuno” è il primo pensiero della mattina e l’ultimo prima di andare a letto. Non sono tanto i tradimenti fisici (di cui probabilmente non verremo mai a sapere) ma quanto il tradimento morale, l’inganno che ci è stato a lungo perpetrato a farci cadere le braccia e chiudere il cuore per sempre (o a darci, almeno per un po’, l’illusione che ciò avvenga davvero). Quando la maschera cade e il Narcisista si svela per quello che è realmente, la delusione è talmente forte da lasciare senza respiro. Una delusione preceduta da un’illusione, sia chiaro. E quindi, forse ancor più dolorosa . Dopo aver subìto manipolazione per mesi (o peggio ancora anni) da un soggetto tossico, dopo aver perso tutta l’energia vitale cercando di trovare un modo per comunicare con una persona che non ha mai mostrato alcun interesse nell’ascoltare, nel rispondere in maniera esaustiva (un vero muro di gomma), nel condividere o nel dare amore sincero e disinteressato, si è stanchi ed esanimi. Dopo esserci colpevolizzati ingiustamente, dopo aver tenuto sempre alta la guardia (a forza di stanare bugie), la fiducia nel prossimo è pari a zero. La disillusione, il dolore per la perdita e l’abbandono, il silenzio che rimbomba, le risposte che non avremo mai, rendono la realtà che ci circonda un film horror. Ma reale. Il fatto di aver avuto a che fare con una persona crudele e non averla riconosciuta, se non quando era troppo tardi, ci mette in una condizione di paura: la paura che il mondo sia pieno di questi soggetti e che noi continueremo a non riconoscerli per tempo. Per fortuna, questo non è vero. Con un enorme lavoro su sé stessi – e continuerò a ripeterlo all’infinito, si lavora meglio su sé stessi se si è aiutati da un esperto- tutte le nostre barriere possono scendere vertiginosamente fino a raggiungere un livello in cui possiamo lentamente aprire di nuovo il nostro cuore, lasciando l’asticella della difesa alta al punto giusto. Non appena terminato l’inferno che vivevo nella relazione tossica, ho riscontrato su me stessa alcuni sintomi di difesa troppo elevata che, informandomi, ho capito essere – non sempre ma in alcuni casi – delle vere e proprie “distorsioni cognitive”. (Vi lascio un link per studiarle, se volete: http://www.stateofmind.it/2018/07/distorsioni-cognitive/ ) In altri casi, invece, erano dei salvavita importantissimi. Ho sviluppato (solo per citarne alcuni): ⁃ Un’attenzione smisurata per i dettagli. Infatti, ogni volta che vedo una serie tv poliziesca, al secondo episodio capisco subito chi è l’assassino nel totale stupore dei presenti che credono io abbia visto la serie tv da sola in anticipo. Per me è facile, è solo fare quell’ 1+1 che in una relazione tossica sembrava un’equazione di chissà quale grado – irrisolvibile-. ⁃ Un sesto senso acutissimo. Riesco a capire quando una persona mente anche fosse solo per una stupidaggine (e non essendo più in dissonanza cognitiva credo adesso fortemente a tutto quello che sento). Per inciso, il credere al mio intuito al 100% ha anche un lato negativo, poiché mi porta ad essere molto dura e poco flessibile (e quindi a vedere o tutto bianco o tutto nero – vedi appunto le “distorsioni cognitive“). ⁃ La capacità di capire quando l’altro proietta su di me i suoi problemi (inconsciamente se si tratta di una persona “sana”, nel senso di integra) e che, quindi, se mi accusa di qualcosa, è molto probabile che stia parlando di se stesso. Insomma, tra reazioni negative e positive alla manipolazione subita, la buona notizia c’è. I manipolatori li riconosceremo subito, d’ora in poi. E le persone ben intenzionate pure. La paura non ci serve più. Se prima ci metteva in allarme continuo, adesso saremo pronti ad allontanare chi ha cattive intenzioni e a dare una possibilità a chi invece ha un cuore buono come il nostro. Partiamo innanzitutto dal presupposto che non tutte le persone del mondo sono qui per farci del male. Esistono tante bellissime persone che vogliono amare ed essere amate, che sanno dare e ricevere con equilibrio. Che non intendono ferire il prossimo per puro divertimento o per accrescimento del proprio ego. Sta a noi riconoscerle ed aprire loro la porta del cuore. Certo, non è facile e ci vuole tempo. Bisogna studiare prima noi stessi, capire quali dinamiche ci hanno tenuto incatenati alla precedente relazione tossica (o precedenti, se più di una), di quali rassicurazioni avevamo bisogno e provare a darcele da soli. Detto in altri termini, dobbiamo diventare il genitore di noi stessi e proteggere la nostra parte bambina (bisognosa) con amore e dedizione. Ripeto, non è un processo semplice. Ma bisogna provarci. Dobbiamo finalmente darci la possibilità di sperimentare una relazione sana, fatta di scambio equo. Fatta di non-attaccamento. Dobbiamo accettare le nostre debolezze ( e vi assicuro che non è facile per niente)! Dobbiamo necessariamente abbassare la guardia, dopo aver alzato le barriere in maniera smisurata per difenderci dall’incubo di rivivere un nuovo inferno con un altro manipolatore. Abbassare la guardia al punto giusto. Restare intrappolati nella convinzione che le persone NON sono degne di fiducia fino a prova contraria ci darà filo da torcere. Ho trovato sul web una citazione che mi ha aiutata profondamente, del Dott. Enrico Parpaglione: “Fino a prova contraria le persone sono degne di fiducia, se ho prove concrete che una persona non lo sia, deciderò se mantenere o meno questa relazione, ma questo non cambierà la visione che ho degli altri”. È proprio così: non possiamo controllare come si comportano gli altri, ma possiamo controllare come reagiremo noi di fronte ad un nuovo eventuale ostacolo. È questo atto di fiducia nell’altro è un vero e proprio atto di fiducia verso noi stessi. La sensazione più liberatoria che abbia mai provato. TORNA AL BLOG VEDI ALTRI VIDEO

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QUANDO TI INNAMORI DI UN NARCISISTA

Quando ti innamori di un Narcisista all’inizio è tutto stupendo. Surreale. Quando ti innamori di un Narcisista, nel giro di poco tempo, scendi negli inferi senza rendertene conto. Ma attenzione: l’abisso in cui ti addentri non è il tuo ma lo diventerà presto e inesorabilmente. Quando ti innamori di un Narcisista la sofferenza, la rabbia, l’insonnia, il mal di pancia e il mal di testa diventano i tuoi migliori amici. Quando ti innamori di un Narcisista dubiti di tutto, persino di te stessa. E questo sarà il punto cardine che ti porterà sempre più a fondo : la totale perdita di fiducia nelle tue emozioni e sensazioni. Perché quando ti innamori di un Narcisista non sai più se sei giusta o sei sbagliata, se quello che senti è reale o frutto della tua immagine, della tua insicurezza, della tua follia. Sei pazza, sei debole e di questo verrai convinta. Quando ti innamori di un Narcisista sei disconnessa, confusa, abbandonata da te stessa. Quando ti innamori di un Narcisista diventa tutto grigio e poi nero. Non ci vedi, non ci senti, non vivi più. Quando ti innamori di un Narcisista rivivi tutti i traumi della tua infanzia, in termini più duri e impietosi. Quando ti innamori di un Narcisista perdi la stima di te stessa e il prezzo che pagherai (nel momento del risveglio) sarà il più salato della tua vita. Ma nulla è perso. Quando riemergerà la luce, il buio se ne andrà a farsi fottere nel giro di poco, riportando le cose al suo posto. Non sei sbagliata, non sei disconnessa (credevi soltanto di esserlo) , non ti sei persa per sempre, è stata solo una brutta esperienza che ti ha insegnato a non dubitare mai più del tuo sentire. Abbraccia la Forza che hai e che non ti ha mai abbandonata, anche se credevi lo avesse fatto. E aspetta. Un giorno arriverà quella persona che ti prenderà per mano e ti farà sentire perfetta come sei. Questa arriverà solamente nel momento in cui già ne sarai convinta da sola – ma sentirselo dire e lasciarsi cullare resta sempre un’emozione bellissima-. Perché quando ti innamori di un Narcisista tocchi il fondo e per nessuna ragione al mondo dovrai mai smettere di provare a risalire per poi… volare. TORNA AL BLOG VEDI ALTRI VIDEO

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SE LE PAROLE E LE AZIONI NON CORRISPONDONO MAI, SCAPPA!

Il Love bombing iniziale da parte di un Narcisista (in italiano “bombardamento d’amore”) è quell’insieme di parole stupende, attenzioni, gesti d’amore eclatanti, insistenti e ripetitivi che caratterizzano i primi mesi della relazione tossica. Sono atti che sembrano così pieni di amore e di presa in carico di responsabilità da parte del Vampiro, che è molto facile cadere nell’inganno. Una vera e propria truffa, che si paleserà solo nel corso della storia quando la vittima non potrà che constatare che tutte le promesse iniziali non verranno mai portate a termine. La trappola del Narcisista sta proprio nell’incastrare la preda in una estenuante attesa che queste promesse un giorno verranno mantenute, quando in realtà si otterrà una serie infinita di scuse, di “in questo momento vorrei ma non posso”, “un giorno lo faremo”, “vediamo un attimo come si mettono le cose”, fino ad arrivare al momento dello scarto e della sostituzione immediata della preda per ricominciare il teatrino tutto da capo. A parole, il Narcisista costruisce montagne, a fatti nemmeno i castelli di sabbia ad agosto sulla spiaggia. (Ps.Nell’eventualità che queste promesse vengano, invece, mantenute il prezzo da pagare sarà -ahimè- altissimo). Per quanto ho imparato a mie spese che stanare le bugie, i sotterfugi, le doppie vite, gli inganni più infimi di un Narcisista, sia a volte davvero impossibile (a meno che non si abbia una palla di vetro funzionante), esiste un chiaro segnale che non mente mai quando si ha a che fare con una persona con un disturbo così complesso: le sue parole e le sue azioni non corrispondono mai. In che senso? Vediamo un esempio pratico: Se abbiamo intenzione di fare una determinata cosa, ad esempio andare a vivere insieme al nostro partner, di norma ci si muove insieme in quella direzione. In questo caso specifico si dovrebbe, che ne so, risparmiare del denaro per poter poi pagare le rate dell’affitto, mettersi a tavolino e capire più o meno in che zona andare ad abitare, discutere e pianificare (per quanto possibile) in che tempi si intenda fare questo passo; insomma, in una relazione sana questo è ciò che avverrebbe se si volesse iniziare una convivenza. Cercare di allineare le parole ai fatti. In una relazione con un Narcisista fare questo è impossibile. L’argomento viene piano piano sempre più evitato, fino a diventare un tabù. Diventa impossibile pianificare nulla, ogni volta esce fuori un nuovo ostacolo insormontabile, un imprevisto ed una probabilità come nel gioco del Monopoli, finendo così per avere in mano un sacco di belle parole senza nessuna azione che le accompagni. Chiaramente, questo è solo un esempio, una delle tante situazioni dove la mancanza di fatti concreti rende la relazione sempre altalenante e in bilico, come su una montagna russa, e ciò instaura nella partner del narciso la paura fottuta di perdere il suo amato. È come camminare continuamente sul filo del rasoio in preda all’ansia più acuta. In questo caso, l’unica via d’uscita è chiudere la relazione. Solitamente, quando una persona non fa nulla di ciò che promette è perché non vuole fare nulla. Non ci sono scuse che reggano la completa immobilità quando si deve costruire un futuro insieme. Ma so benissimo quanto sia difficile accettare che la persona amata non ci corrisponda davvero. E restare in attesa di avere una prova concreta dell’amore del Narcisista diventa una missione, o forse, un’ ossessione. Un gioco al massacro che si concluderà nel peggiore dei modi. Con un sacco di belle parole e con in mano un pugno di mosche. TORNA AL BLOG VEDI ALTRI VIDEO

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SONO IL CARNEFICE DI ME STESSO – La questione della colpa

Da quando ho aperto il blog ricevo tantissimi messaggi privati di persone che hanno vissuto, o stanno vivendo, il trauma da abuso narcisistico. Io non sono una psicologa quindi non posso fornire nessun consiglio professionale, non mi prenderei mai questa responsabilità. Rimando sempre tutte le persone che mi contattano a chiedere l’aiuto di un esperto (ormai l’ho ripetuto fino alla nausea). Quello che posso fare è condividere le mie esperienze e le mie riflessioni e offrire il mio umile punto di vista, donando delle parole di conforto perché da tutto questo male si può venire fuori. Le persone che mi scrivono hanno bisogno proprio di questo: di condividere il loro dolore con altri che hanno passato (o stanno vivendo) lo stesso tipo di esperienza, in quanto non stiamo parlando di una semplice delusione d’amore (ahimè, deludiamo e veniamo delusi in continuazione in ogni ambito della vita) ma di un vera e propria ferita dell’anima di cui bisogna prendersi cura immediatamente. Il dolore che si prova è così forte che ho sempre pensato possa essere paragonato a prendere la rincorsa e sbattere sonoramente la testa su un blocco di ghiaccio a 130 km orari. Non è un semplice accorgersi di aver avuto a che fare con una persona disonesta, quello può accadere molto spesso nella vita (molte persone mentono per paura, per leggerezza o per evitare un litigio). Il risveglio dal trauma da abuso narcisistico è diverso: è comprendere davvero (e anche brutalmente) di aver avuto a che fare con un truffatore dei sentimenti in carne ed ossa. E’ comprendere che tutto quell’amore che pensavamo di ricevere dal Narcisista in questione non sia mai stato reale ma frutto di un inganno studiato a tavolino con un preciso copione. Non è facile da accettare ma, soprattutto, questa crudele nuova consapevolezza apre numerose porte interiori con le quali bisogna iniziare subito a fare i conti. Non che i segnali di tossicità nella relazione siano mancati: addirittura le foto, rivedendole tempo dopo, erano un chiaro segno di infelicità nel rapporto. Quanti di voi hanno notato occhi spenti e sorrisi forzati in quelle che credevamo essere foto di coppia uscite bene? Insomma, stavamo mentendo a noi stessi. Credevamo davvero di essere appagati in una relazione che di appagante non aveva nemmeno l’ombra. Aggiungo che, ciliegina sulla torta, non sarà sufficiente affrontare il lutto di una perdita brutale, la cruda realtà di aver vissuto una storia immaginaria, di essere rimasti privi di energie e, il più delle volte, della dignità. Occorrerà affrontare un altro mostro: il senso di colpa per credere di aver permesso che questo accadesse nelle nostre vite e la terribile sensazione di essere (o essere stati) i carnefici di noi stessi. Tutti coloro che mi scrivono ripetono proprio questo: “Sono stata una stupida (o uno stupido) ad averlo permesso”! In ogni nuova consapevolezza, a mio avviso, c’è sempre una doppia verità. Mi spiego meglio: per quanto non sarebbe stato davvero possibile, a volte, poter immaginare di aver avuto a che fare con un così abile truffatore (in quanto noi, siamo stati mossi da buona fede, da uno slancio di amore sincero e, permettetemi, da una bella dose di ingenuità), allo stesso tempo, che ci sia qualcosa di irrisolto o di bloccato (sul quale, ripeto, è importante lavorare immediatamente) in noi, non si può negare. Prendersi la responsabilità di noi stessi e delle nostre vite, dal momento del risveglio, non fa di noi dei carnefici per ciò che abbiamo vissuto prima. La questione della colpa qui non sussiste. Si può davvero avere la colpa di essere ingenui, buoni, mossi da amore sincero? Non credo. Bisogna semplicemente accettare (“semplicemente” forse in questo caso suona ironico) che esistono persone cattive, sadiche e contorte anche se credevamo che questo non fosse possibile. Qui risiede il nucleo di tutta la nostra ingenuità. E poi, come si fa a non voler credere a tutte le attenzioni, le dichiarazioni di amore, le promesse fatte dal Narcisista nei primi tempi (Love bombing)? E’ così meraviglioso sentirsi speciali. Sentirsi finalmente degni di amore, tanto amore (forse pure troppo), tutto quello che ci è mancato in passato, la quale mancanza il Narcisista ha fiutato da lontano. Anche qui, purtroppo, la risposta può sembrare banale: quando è troppo bello per essere reale, allora non lo è. Se riceviamo una proposta di matrimonio da chi non ci conosce bene ma ci frequenta da pochissimo, come possiamo credergli? Sono tutte lezioni che dobbiamo imparare. Chi ci ama davvero non promette niente. Soprattutto all’inizio. Chi non l’ha vissuto non lo può comprendere appieno. Anzi, chi non sa di cosa stiamo parlando tenderà a sminuire l’accaduto. Quante volte le persone con le quali ci siamo confidati ci hanno detto frasi come: “Ma non lo avevi capito con chi avevi a che fare? Avevi le fette di prosciutto sugli occhi?”. Come se fosse facile ammettere a te stesso che la storia d’amore più importante della tua vita sia una farsa, una messa in scena, un teatrino macabro dal quale uscirai distrutto. Questi giudizi ricevuti non fanno altro che aumentare il nostro senso di colpa. Non ascoltateli, dentro di voi sapete. Sapete di sicuro riconoscere a voi stessi che avete permesso inconsciamente a questi vampiri di cibarsi delle vostre energie in buona fede. E che se tanto mi dà tanto, di energie vuol dire che ne avevate per due. Iniziando a volersi bene davvero, a non credere più alle favole, a studiare le persone prima di consegnarci a loro senza riserve, possiamo ricostruirci e diventare più forti di prima. Le energie per adesso mancano ma il serbatoio dentro di noi è infinito. Se di energia ne avevamo per due prima, adesso sarà più facile averne per una sola persona, noi stessi. Occorre svegliarsi completamente e iniziare a fare i passi giusti verso la guarigione. Con Affetto Sincero, questo vi raccomando. TORNA AL BLOG VEDI ALTRI VIDEO

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SONO NATA SBAGLIATA

Mi sono sentita sbagliata per tutta la vita. Non solo fuori, ma anche dentro.Troppo sensibile, troppo testarda, troppo lunatica, troppo sofferente, troppo buona. Troppo ingenua. E poi troppo grassa, troppo sedere, troppo poco seno, troppa pancia, troppa cellulite.“Ma sei così bella”!-Bugiardi! (ho sempre pensato segretamente) Perché che io fossi “strana”, diversa, estremamente sensibile era un dato di fatto. Che io potessi andare bene così non era per me accettabile. “Che cosa ho che non va? Perché questo mondo mi sembra così crudele, sbagliato, capovolto? Perché mi sento estranea ed estraniata da tutto e da tutti?” Mi sentivo trasparente, impotente, incompresa già da piccola. Non mi ricordo di essermi mai sentita una bambina, davvero bambina. Poi ho letto un libro, una bellissima opera dell’autrice Federica Bosco che è diventato per me un testo sacro “Mi dicevano che ero troppo sensibile – Per chi si sente sbagliato, un percorso per scoprire come tramutare l’ipersensibilità in una risorsa preziosa- ” e finalmente ho capito! (Ve lo consiglio vivamente)! Grazie a lei, ho scoperto che essere molto empatici, compassionevoli, amare gli animali e la natura sono tutti segni distintivi di una persona Altamente Sensibile. Così come la profonda insicurezza, il sentirsi un pesce fuor d’acqua praticamente ovunque, essere attenti ai dettagli, stanare le bugie attraverso i “non detti”, essere a disagio davanti a luci o rumori forti e avere sempre paura di dire o fare qualcosa di errato. E come volevasi dimostrare, tutte queste caratteristiche sono come uno specchietto per le allodole per attrarre Narcisisti nella nostra vita, che questi siano amici, partner o datori di lavoro!  Loro lo sanno che tu ti senti così dannatamente sbagliato, lo fiutano da lontano, ma sanno anche che dentro di te c’è un carico di energia e di bontà superiore alla media ( e vorranno divorartela, in quanto vampiri). Non perderanno occasione per  “agganciarti”,  dandoti l’illusione che finalmente, per la prima volta nella vita, sei compreso e apprezzato così come sei. Fino a quando, chi lo ha passato comprenderà bene le mie parole, non riusciranno a ritorcerti contro tutta la tua sensibilità, giungendo allo scopo di farti sentire ancora più sbagliato di prima! Detto in altri termini, l’insicurezza a volte è proprio una brutta bestia (ma pure chi se ne approfitta non scherza). Oggi, non posso dire di essere centrata al 100% , ma ci sto lavorando. Passo davanti allo specchio e mi sorrido (un po’ a presa per i fondelli).Guardo il mio sederone e la mia pancia e penso che stanno là perché, in qualche momento difficile, ho preferito mangiare un qualcosa in più invece che rovinarmi in qualche altro modo. Quindi va bene così.Quindi vado bene così. Oggi mi accetto un po’ di più perché se in passato sono stata troppo ingenua, troppo testarda o troppo buona , era il mio modo di sopravvivere. Oggi ho capito che i miei tratti distintivi da ipersensibile sono un punto di forza, laddove io sia riuscita a lavorare sull’auto-alleanza (e quindi sulla connessione e integrazione delle mie parti) e sull’accettazione di me stessa esattamente per quello che sono. Vi consiglio (anzi, ad onor del vero ce li consiglia l’autrice Federica Bosco, alla fine del suo libro) il sito di una esperta, la Dottoressa Elaine Aron, dove potete trovare tutti i dettagli su come riconoscere un ipersensibile e capire se lo siete anche voi : www.hsperson.com Questo sito è in inglese, ma il corrispettivo in italiano è :  www.personealtamentesensibili.it Studiare se stessi è importante. La Consapevolezza è forza! E come si dice a Roma: DAJE TUTTA! TORNA AL BLOG VEDI ALTRI VIDEO

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NESSUNO PUÒ ABBATTERTI MORALMENTE SE CONOSCI BENE TE STESSO

Se qualche anno fa qualcuno mi avesse detto: “I tuoi occhi non sono color nocciola” non avrei avuto il minimo dubbio che questo qualcuno stesse mentendo. I miei occhi sono color nocciola da quando sono nata. Punto. Ma se questo stesso qualcuno, invece di mettere in dubbio un mio dettaglio certo, inopinabile, avesse posto l’attenzione su un mio aspetto discutibile, sicuramente mi avrebbe messa in crisi. Troppo in crisi. Qualche tempo fa non avevo la minima idea di chi io fossi davvero e di che cosa volessi o non volessi da me stessa e, di conseguenza, dagli altri. E non conoscendomi bene, il parere del prossimo (a torto o a ragione) aveva il potere di gettarmi in paranoia, facendomi scattare in automatico un senso di colpa o di inadeguatezza inspiegabile. “Se Tizio dice che io sono così sbagliata, evidentemente è vero. Ho fatto di sicuro qualcosa di errato e, come al solito, sono un disastro”. “Se Caio dice che sono davvero una bella ragazza, forse sta mentendo, anzi sono sicura che ciò che dice sia una bella presa in giro”. Una sensazione conosciuta, quella di sentirsi in una posizione incerta, traballante. Ero assolutamente priva degli strumenti necessari per prendere una posizione e dire “Sì, è vero, ho sbagliato e chiedo scusa”, oppure “No guarda, ti sbagli, hai letto male un mio comportamento” o, più semplicemente, “Grazie mille per il complimento”. Su di me poteva essere vero tutto e il contrario di tutto. Era tutto, appunto, discutibile. Quando qualcuno riesce a metterci in crisi in modo così profondo, attraverso una critica o una parola positiva, è perché, forse, siamo stati criticati fin da piccoli o non istruiti ad avere un’autostima forte da poter capire chi siamo e cosa vogliamo davvero. È per questo che poi è facile cadere nella trappola del Vampiro di turno, in quanto questo ci ripropone uno schema a noi già conosciuto, dove siamo schiavi del giudizio altrui (sia in positivo che in negativo) e assolutamente non in grado di difenderci dalle critiche, poiché noi stessi crediamo che queste critiche possano essere vere. E non riconosciamo facilmente la trappola quando questo ci ricopre di (troppe) attenzioni. Lo svalutarci del Vampiro, dopo averci agganciato con i fuochi d’artificio, è un atto che “accettiamo” senza nemmeno accorgercene perché, in fondo, il nostro inconscio lo riconosce come qualcosa di famigliare. Se non ti conosci bene, accetti qualsiasi opinione degli altri come una “probabilità” valida. “Se lo dice lui sarà così (o forse no, boh)!” Per questo, lo ripeterò fino alla nausea, se siamo sicuri o abbiamo il sospetto di esser finiti in una relazione tossica, dobbiamo fare psicoterapia, capire noi stessi, studiarci nel profondo. Ad un certo punto, diventa fondamentale capire cosa c’è (e cosa non c’è) dentro di noi, oltre che provare a comprendere ciò che passa nella testa del Vampiro con cui abbiamo a che fare! È molto importante riportare l’attenzione su ciò che noi sentiamo e vogliamo da noi stessi e da una relazione, oltre a studiare (tramite il materiale proposto dagli esperti) il perché o il percome una persona di un certo tipo si comporti male con noi. Studiare le dinamiche malate del Narcisista, o Vampiro, è assolutamente decisivo, per il percorso di guarigione. Per quello ci sono studi di esperti veri a cui bisogna fare riferimento e ai quali dobbiamo tanto! Ma questo è tanto importante quanto fare un percorso su di noi, in quanto le due cose sono collegate. Dobbiamo scoprire perché abbiamo permesso inconsciamente al Vampiro di turno (a suon di giustificazioni) di “fare di noi polpette” e perché non abbiamo avuto gli strumenti per difenderci per tempo (che storia familiare abbiamo?). Per quanto dobbiamo essere sempre aperti alla possibilità di metterci in discussione (quando iniziamo un percorso su di noi, questo processo non finirà mai), di accettare che con il tempo si cambia e ciò che va bene oggi per noi domani non andrà più bene, allo stesso tempo dobbiamo entrare in contatto con la nostra vera essenza e vederla (e poi accettarla) per ciò che è. Se qualcuno si avvicinasse a me oggi dicendomi che i miei occhi non sono color nocciola, la reazione sarebbe sempre la stessa, mi farei una grossa risata. Se sempre questo qualcuno, e sempre oggi, venisse da me dicendomi, per esempio, che sono una “fallita” o “una dea scesa in terra” lo manderei sicuramente a quel Paese. Senza passare dal Via. Perché oggi mi conosco meglio di ieri. E, per quanto io non possa controllare quello che esce fuori dalla bocca degli altri, posso essere sicura di ciò che sono, tenendo conto che il mio percorso è sempre in movimento. Nessuno può abbatterti moralmente quando conosci bene te stesso. La cosa più importante è guardarci allo specchio, riconoscerci ed essere contenti di noi in quel momento. Quello che dicono gli altri di noi sono problemi loro. A maggior ragione se questi “altri” li abbiamo riconosciuti come persone tossiche. In quel caso, un calcione nel sedere e passa la paura. TORNA AL BLOG VEDI ALTRI VIDEO

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LAVORARE SU SÉ STESSI CON UN ESPERTO È LA CHIAVE

Sei appena uscito da una relazione tossica o vuoi uscirne ma non sai come fare? A mio avviso, la chiave più potente che possa esserci per poter guarire e liberarsi, è chiedere aiuto ad una/o psicoterapeuta. Come mai è così importante? La ragione può sembrare banale ma non lo è affatto. Lavorare con un terapeuta, non solo offre un punto di vista esterno che apre la mente ma ti da anche gli strumenti per vedere le cose come stanno quando tu non ci riesci. La ragione più importante è questa: la terapia ti allenerà ad ascoltarti e a metterti in relazione con te stesso, cosa di cui chi è finito in una relazione tossica non è (almeno in quel momento) assolutamente capace. E lo dico per esperienza diretta! Chi finisce in una relazione tossica, dove non c’è scambio equo, non c’è comunicazione, dove non c’è rispetto e si deve lottare quotidianamente per far valere il proprio diritto di esistere (e quindi di avere delle proprie necessità) ha -molto probabilmente- sviluppato, nei primi anni di vita,  l’idea malsana di essere “trasparente”. Le sue esigenze di bambino, saranno senz’altro cadute in secondo, terzo, o all’ultimo piano della scala per compiacere il genitore manipolatore e, a oggi, sono diventate così di intralcio alla sua sopravvivenza da essersene completamente dimenticato. Molti di noi hanno messo a tacere le proprie necessità e i propri bisogni di essere umano per compiacere i Vampiri. Ma, volenti o nolenti,  questi aspetti di noi un giorno grideranno e noi saremo costretti ad ascoltarli. L’atto di  fare di tutto per avvicinarsi sempre di più all’idea che mamma o papà aveva di noi, ci ha portato a snaturarci, a non ascoltare le nostre priorità, soprattutto quando percepite in contrasto con il ruolo che dovevamo imparare a coprire per sentirci degni dell’amore genitoriale. La terapia con uno terapeuta ti aiuterà a vedere proprio questo: che dentro di te c’è una persona che grida per essere finalmente vista ed uscire allo scoperto. Una persona che non deve più compiacere nessuno se non se stessa. Che non deve più mentire a sé e a gli altri per essere degna di amore. Ricordo le mie prime sedute in preda alla disperazione, (avevo scoperto che il mio partner mi aveva crudelmente ingannata) quando raccontavo di me lo facevo sempre esprimendo il punto di vista degli altri. La mia psicologa (a cui devo moltissimo) mi rimandava, però, sempre a me stessa : “Ma Giulia cosa pensa? Giulia cosa vuole? Giulia cosa sente?”. Io non sapevo nemmeno rispondere, talmente non ero abituata a pormi certe domande. Non sapevo assolutamente chi fossi e che cosa volessi. E per forza, ero finita nelle mani di chi faceva di me polpette! Ero tutto e non ero niente. E rimanevo in silenzio, come se mi avesse chiesto di conoscere a memoria il quoziente intellettivo medio del Vietnam, o di fare delle citazioni a piacere in aramaico. Sguardo perso, connessioni sinaptiche assenti. Encefalogramma piatto. Ho dovuto lavorare molto duramente per ascoltarmi. Ho dovuto ritrovare quella parte di me abbandonata e cercare di ricostruire con lei un rapporto fatto di comunicazione attiva. E si, qualche volta ci ho pure litigato. Anche se era (anzi, è sempre stata) una parte di me, era pur sempre un’estranea con cui ero costretta a convivere pur non conoscendoci bene. Una tortura, alle volte. Mettersi davanti allo specchio può essere brutale. Una doccia fredda. L’esperienza più dolce e amara che possa esistere. Ma per quanto possa essere doloroso, è anche necessario per condurre un’esistenza felice e appagante. Come diceva Seneca “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. E allora occorre ascoltarsi sinceramente,  darsi una voce e una direzione. Solo capendo cosa vogliamo e non vogliamo nella nostra vita possiamo essere felici. Sembra banale ma il più delle volte nessuno lo fa davvero. Spesso, per arrivare a questa conclusione, abbiamo bisogno di una mano esperta. Ognuno ci arriva con i suoi modi ed i suoi tempi, avendo tutti percorsi di vita differenti. Non è facile trovare il terapeuta giusto ma con un po’ di  forza di volontà e un pizzico di fortuna si può fare tutto. Anche qui è importante ascoltare le proprie intuizioni, le proprie sensazioni di fronte all’esperto che vuole aiutarci. Solo noi possiamo sapere se è la persona che fa al caso nostro. Il primo passo resta comunque quello di ammettere di aver bisogno di aiuto e, si sa, chi ben comincia è a metà dell’opera! TORNA AL BLOG VEDI ALTRI VIDEO

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