LA POSSESSIONE DEL VAMPIRO EMOTIVO – La questione del controllo totale

Tra le numerose cose che perdi in una relazione tossica, la più evidente (ma allo stesso tempo la più nascosta) è il controllo. Sembra un paradosso ma non lo è. Perdi il controllo di te stessa, del tuo tempo, del tuo denaro, di tutte le tue relazioni; perdi il controllo delle tue emozioni, dei tuoi pensieri, del tuo spazio e del tuo desiderio. Come spesso ripeto, ci si accorge di queste perdite quando la storia termina del tutto, ahimè, non prima. O meglio, qualche accenno in testa ce l’hai ma la lucidità mentale per capire, vedere le cose come stanno davvero (la lucidità è una grande alleata nella vita), in quel momento è persa totalmente. Il paradosso sta nel fatto che, invece, vieni convinta dal Narcisista che il controllo ce l’hai tu. Come attore è davvero imbattibile. Sapevo dell’esistenza dei Vampiri Emotivi, ma non ne avevo mai capito le dinamiche fino a che non ne ho incontrato uno (anzi, fino a che l’ultimo incontrato non mi svegliasse). È stato vivere per tantissimi anni in uno stato di trance, di confusione totale, di tristezza, rabbia e delusione continua. Non avevo più il controllo di niente, delle mie emozioni soprattutto, in quanto tutto ciò che provavo era avvelenato dalla rabbia e dal rancore. Non ero più io ma ero diventata solo lo spettro di me stessa. Non avevo più il controllo del mio denaro, delle mie relazioni, la mia famiglia era estranea, io ero un’estranea; ero arida, arcigna, sola, triste e vuota. Disillusa. Ma come è potuto succedere? In che modo avevo perso il controllo? Il Narcisista mi aveva convinta che io fossi “sbagliata”. O meglio, per correttezza, io già lo credevo da sola, lui ha avuto però la funzione di cassa di risonanza: se io credevo di non essere totalmente a posto, diciamo in una percentuale del 50%, lui aveva alzato l’asticella all’80%. Se io pensavo che mamma e papà in passato fossero stati cattivi con me (a torto o a ragione) in una percentuale del 25%, lui aveva alzato la posta al 90%. E così via. Per le amicizie, il lavoro, gli studi, la gestione dei soldi, del tempo, degli spazi. Quando io pensavo di sbagliare lui mi dava ragione. E raddoppiava il mio senso di colpa, triplicava la rabbia che provavo nei confronti dei miei affetti. E di me stessa. Un vero e proprio lavaggio del cervello dove invece di disinnescare certe dinamiche, come si fa in una relazione dove due persone si amano davvero, queste venivano amplificate. Il giorno in cui la storia è finita, ho sentito come se mi avessero staccato una presa della corrente industriale (quei bocchettoni grandi, circolari) dal plesso solare, dalla bocca dello stomaco, per intenderci. Non sono mai stata posseduta dal “demonio” che io sappia (per quanto possa essere veritiera o meno un’esperienza del genere) ma la sensazione di liberazione “dal male” che ho avuto nel momento dell’addio -a livello mentale e fisico- è stata così tangibile che, se dovessi fare un gioco di fantasia, la paragonerei proprio ad una sorta di “esorcismo”. Nel giro di alcuni mesi dalla fine del gioco al massacro ho ripreso gran parte delle energie e della lucidità perse. Questo mi ha dato la misura del pericolo in cui ero finita, di quanto la mia fiammella di energia vitale fosse ridotta al minimo, ecco perché non mi reggevo in piedi! La mia vita ultimamente si era ridotta a casa/lavoro- lavoro/casa e con enorme fatica mi alzavo dal letto. Questo è ciò che succede se ti affidi alle “cure amorevoli” (quanta ironia!) del Vampiro Emotivo. Tutta la tua energia positiva viene risucchiata e trasformata in oscurità. Nulla mi toglie dalla testa che questa sia stata (anche) un’esperienza mistica, spirituale. Oggi, dopo così tanto tempo dalla liberazione mi sento energica, forte, lucida, viva come non mai! L’incontro col Vampiro è stata una lezione di vita che non dimenticherò facilmente. Riconoscerli per tempo studiandone le dinamiche malate, mi ripeto, è l’unico modo per salvarsi. Salvarsi dalla follia, dalla solitudine, dalla bancarotta e per salvare (nel dubbio aggiungo anche questa) pure l’Anima. TORNA AL BLOG VEDI ALTRI VIDEO

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IL DECALOGO DELLO “STICAZZI” PER LE VITTIME DI ABUSO NARCISISTICO

(9 febbraio 2020) Il primo evento di Dialoghi Interiori, per conoscersi di persona e condividere i dieci punti della Teoria più rivoluzionaria del secolo: “La Teoria dello Sticazzi per le vittime di abuso narcisistico”. Una parte della giornata è stata dedicata alla condivisione delle esperienze personali e ad un confronto senza giudizio gli uni con gli altri. VAI AL BLOG VEDI TUTTI GLI EVENTI

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LA TRIANGOLAZIONE DEL NARCISISTA – Il gioco della competizione –

  Basandomi sul mio punto di vista personale e sulla mia esperienza (unica proprio perché mia), che voglio mettere a disposizione degli altri per confrontarci ed aiutarci, vorrei raccontarvi cosa si intende per Triangolazione dell’abusante: è l’atto di “mettere in competizione con” (con un hobby, con un oggetto, con altre persone). Il Narcisista è maestro nel triangolare, questo lo so bene. Il suo scopo è farti sentire sempre in bilico e passibile di sostituzione. All’inizio eri proprio unica e meravigliosa, dopo un po’ ti senti più banale degli addobbi di Natale al centro commerciale. O almeno così mi sono sempre sentita io, quando ero in una relazione tossica. Da quel che ho sperimentato personalmente, in una relazione sana non sei in competizione con nessuno. Nemmeno con te stesso (solo nella misura in cui questo significhi metterti alla prova col fine di migliorarti), accetti l’altro per quello che è e vieni accettato per ciò che sei. Nulla di più semplice e più complicato allo stesso tempo. Non subisci nessuna sorta di pressione dal partner, in quanto qualsiasi problema è risolvibile con un confronto. Certo, all’inizio serve tempo per conoscere una persona (e se hai avuto a che fare con uno o più narcisisti, quando inizi una nuova relazione devi chiedere tutto il tuo aiuto alla tua fedele amica “lucidità” per conoscere l’altro nel modo più obiettivo possibile). Quindi, dopo aver superato un periodo di studio -sacrosanto- dell’altro e non appena ci si sente abbastanza sicuri del nuovo partner, si prova a costruire e a fare un percorso insieme. C’è un problema? Se ne parla. Lo si supera. Senza paragoni col passato, senza paura di essere abbandonati o chissà cos’altro. Questo è possibile solo se i due partner sono maturi abbastanza per gestire una relazione di scambio equo. In una relazione tossica, invece, il mordente che unisce le due parti è la competizione. Lui, il Narcisista (parlo sempre al maschile perché mi è più facile ma vale anche per le donne), fa sempre di tutto per farti sentire con un piede dentro ed uno fuori dalla relazione e tu, che sia o meno dipendente affettiva (anche solo in quel momento e in quella circostanza) ti senti sempre sotto pressione nel dover dimostrare lealtà e benevolenza per essere degna del suo amore. Ami nella paura. Nella paura che, un bel giorno, lui ti dia un sonoro calcio nel sedere per andarsene con un’altra e (spoiler alert !) succederà al 100% che tu ne sia consapevole o no (quello che riescono a nascondere -ahimè- è degno di una sceneggiatura di “Beautiful”). Che questo possa succedere anche in una relazione sana è chiaro, cioè, una storia può finire sempre. Succede. Ma la vera differenza tra una relazione tossica ed una sana sta nel fatto che la prima è già finita in partenza. Non è nemmeno iniziata. Lo so, è difficile da digerire. In una relazione con un Narcisista, non siamo mai state davvero “uniche”, le migliori, le prescelte. Ci hanno fatto sentire così all’inizio ma non è stato vero nemmeno per mezzo minuto. La Triangolazione serve proprio al Narcisista per tenerti in pugno e ricordarti sempre: “Attenta, un passo falso e sei fuori dal gioco”. E tu, che sei incastrata nella tela del ragno, fai di tutto perché ciò non avvenga, riesci a comportarti meglio di Madre Teresa di Calcutta, se necessario. Sul perché questo avvenga ne ho già parlato, ne riparlerò ancora, ma in linea di massima e per non andare troppo fuori tema, la risposta che offro oggi è quella più banale: hai una fottuta paura di perderlo perché si è venduto per una persona rara da trovare e ti senti tanto fortunata ad averlo incontrato. Voleva proprio darti questa sensazione e ci è riuscito. Esistono due tipi di Triangolazione, da quel che posso desumere dal mio vissuto. La prima, è quella iniziale. Quando entri in relazione con un Narcisista, è molto probabile che tu sia stata investita del ruolo di “salvatrice”. La sua ex, brutta e cattiva, lo ha trattato male e tu, se vuoi la sua maestosa e inarrivabile attenzione, devi dargli tutto l’amore che la tua “antagonista precedente” gli ha tolto. In altri termini, devi riscattarlo. Oppure, la sua ex è una sorta di dea, ancora nel suo cuore per certi versi, solo che la storia è finita per cause naturali. Il Narcisista ti porta ad odiarla e, attenzione, ti spingerà a fare di tutto per prendere il suo posto. “Prova a diventare importante come lei”, sembra che ti dica. Il secondo tipo di Triangolazione è quella nel corso della relazione, ovvero quando hai superato la prova iniziale e sei diventata “la risorsa primaria”, ovvero la sua fidanzata ufficiale. Ad un certo punto, più importante di te sarà il calcetto, l’amico, la zia, il nonno, il suo hobby preferito, la palestra e così via. E poi la questione spinosa delle “amiche”, che girano sempre intorno e non te le presenta mai. Chissà, forse perché gli fa più comodo che tu le senta come antagoniste! Più importante di parlare con te sarà guardare il telefonino. Tutto questo rientra nel suo gioco di svalutazione. Metterti in competizione con il resto del mondo ti fa sentire vulnerabile (non essendo mai la sua priorità) ed è questo che vuole, per controllarti meglio. “Vediamo fino a quanto resiste questa scema” vorrebbe dirti a parole, ma non te lo dice, lo fa con i gesti, dandoti molto all’inizio e togliendoti tutto pian piano. Ci sono cascata anche io. È terribile. È un copione, un modus operandi crudele e ripetitivo. Fanno sempre così. Con te e con quella dopo di te. E chiaramente l’hanno fatto con quella prima. Prendono dove possono (amore, soldi, dedizione) e finché possono. Quando capiscono che non sei più manipolabile (perché pure Madre Teresa dopo un po’ si ribellerebbe) passano ad una nuova vittima. Ma non disperate! Noi potremo un giorno liberarci e guarire il nostro cuore. Loro no. Dovranno sempre andare a cercare “un’altra che ci casca”. È una maledizione, che

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LA COMUNICAZIONE FALSATA E INESISTENTE DEL NARCISISTA

Essere in una relazione sentimentale con qualcuno significa mettere in contatto due mondi totalmente diversi. Due diversi bagagli culturali, due diversi equipaggi di esperienza, due diversi punti di vista, due diverse modalità di ragionamento e così via. Insomma, ogni essere umano è unico e portatore della propria unicità. Il solo modo che abbiamo per entrare davvero in contatto con l’altro, per cercare di raggiungere dei compromessi tra queste diversità con lo scopo di camminare insieme, è confrontarci. Comunicare. Quando si è in una relazione tossica, fare questo è davvero impossibile. Partiamo dal presupposto che, anche se fosse possibile avere degli ottimi dialoghi con un narciso, questi sarebbero di sicuro falsati. Avendo a che fare con un contenitore vuoto che indossa una maschera tra le tante che ha a disposizione, significa comunque avere a che fare con qualcuno di non genuino. E, da qui, ne deriva una comunicazione fasulla e fuorviante. Peggio di una comunicazione fasulla è una comunicazione inesistente (anzi, sinceramente, non so cosa sia peggio). Il Narcisista, solitamente, è un vero e proprio muro di gomma e averci a che fare è una tragedia. Non saprei come definirla altrimenti. Anche il quesito più semplice che gli poni diventa una domanda da un milione di dollari. Mai una risposta chiara, esaustiva e questa non chiarezza nella risposta ricevuta porta, naturalmente, chi pone la domanda a farla di nuovo. Versioni diverse del responso nel giro di pochi giorni. Nella testa ti riecheggia una sola parola “Boh”! E se, nel malaugurato caso in cui, ti dovessi sentire presa in giro perché ricordi perfettamente che una cosa che lui ti descrive oggi come “rossa”, ieri te la descriveva come “grigia” e pensassi bene di dirglielo, chiaramente la pazza saresti tu. Ti senti in colpa pure di aver chiesto, alla fine della fiera. Perché come se non bastasse, non solo hai sbagliato a fare due (o più) volte la stessa domanda , ma vieni accusata di essere paranoica, gelosa, insicura e pure insistente. Insomma, come fai sbagli. E ad un certo punto smetti di chiedere. Ne consegue che se hai bisogno di una risposta te la vai a cercare da sola. In due modi diversi: Indagando ed osservando. Sul significato di “indagare”, penso che non ci sia bisogno di soffermarsi troppo. Sta di fatto che stare in relazione con un Narcisista inizia a somigliare più ad un addestramento dell’FBI che ad una relazione vera e propria. Non ti sfugge più niente. Nessun dettaglio. Troppe volte la tua memoria è stata messa in discussione, così come la tua lucidità. Troppe volte tu sei stata messa in discussione. La sensazione, a ripensarci, è così svilente, denigrante e da volta stomaco, che la domanda sorge spontanea: “Ma chi ce lo ha fatto fare”?! L’incredulità ce lo ha fatto fare. Come si fa a distorcere, evadere, manipolare, ostacolare, qualsiasi forma di comunicazione? {Devo fare un appunto: chi ha resistito in un tipo di relazione del genere, non è pazzo! Vive nella speranza che il suo Narcisista torni ad essere la splendida persona che aveva dimostrato di essere nel periodo d’oro. Da qui nasce l’incredulità: prima il Narcisista era aperto al confronto, ora non lo è più. Lui lo fa per tenere la preda in pugno e per destabilizzarla ma se, in quel momento, la preda stessa non lo sa che questa è una forma di manipolazione, la confusione regna sovrana.} Il risultato di portare avanti indagini snervanti, di stanare bugie, di osservare dettagli, incongruenze, atteggiamenti contraddittori, regala una bella dose di ossessione e paranoia e il più delle volte è tempo totalmente buttato al vento. E la domanda sorge spontanea un’altra volta. Lo so, non dovrei porla di nuovo ma è sempre la stessa: “Ma chi ce lo ha fatto fare”?! TORNA AL BLOG VEDI ALTRI VIDEO

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LA CAMPAGNA DIFFAMATORIA DEL NARCISISTA

Joseph Addison, politico inglese, diceva che “Ci sono sempre tre versioni di ogni storia: la tua versione, la versione dell’altro, e la verità“. Mi sono sempre chiesta se fosse, questo pensiero, applicabile in tutti i casi. Chiaramente, la risposta che darebbero in molti è “Sì“: ognuno propina una versione dell’accaduto, filtrata dai propri sentimenti, dalle proprie credenze, dalle proprie esperienze, mentre la verità è sempre un po’ una via di mezzo tra la versione dell’individuo 1 e dell’individuo 2. Se, però, inseriamo questo pensiero di Addison nei casi in cui ci troviamo a vivere un rapporto con un partner manipolatore, non credo sia possibile prenderlo per buono. O meglio, che il narcisista abbia la sua versione dei fatti è indubbio. Come noi abbiamo la nostra. Che la sua però sia falsa, fuorviante, opportunista e infamatoria è da tenere bene in conto. La verità in questo caso dovrebbe essere una via di mezzo tra la versione nostra e quella del narcisista? No, no e ancora no. Alla fine della relazione tossica, con le dovute differenze tra lo scarto – effettuato dal narcisista – e la chiusura salva-vita da parte nostra, il risultato sarà sempre lo stesso: noi siamo pazze, gelose, furiose, visionarie, cattive e rompipalle. (Chiedo scusa se parlo al femminile, lo faccio per comodità essendo io una donna, ma chiaramente vale anche per gli uomini vittime di donne narcisiste. O nelle relazioni omosessuali, ovviamente). Quante volte abbiamo perso la pazienza davanti ad un tentativo di gaslighting? Suppongo tante. (Il gaslighting si ha quando il narcisista offre versioni differenti di un particolare accadimento, facendo credere alla preda che sia lei che ricorda male mentre lui non  ha mai cambiato versione dell’evento raccontato). Anche se non eravamo coscienti al 100% di subire una manipolazione, una parte di noi lo sapeva e si ribellava. Per fortuna, direi! Quante volte abbiamo avuto reazioni di gelosia davanti ad una triangolazione? Non mi sorprenderei se fossero molte anche stavolta. (La triangolazione è una tecnica di manipolazione dove il narcisista  mette in competizione la preda con altre persone, oggetti o addirittura hobbies, svalutandola immensamente oltre che a mancarle di rispetto). E quante volte abbiamo avuto reazioni cariche di rabbia davanti ad inganni evidenti, o malcelati, mezze verità, spiegazioni mai ricevute, prese in giro in pubblico o in privato e così via? Sempre tante, inutile negarlo. E’ bene notare che tutte queste reazioni esagerate sono state il nostro sano modo di combattere la sua manipolazione. Eppure, il narcisista prenderà la palla al balzo per negare le sue azioni abusanti e mettere in cattiva luce solo il nostro comportamento, giudicato troppo “aggressivo” ma che in realtà era da noi messo in atto a nostra stessa tutela. La campagna diffamatoria del narcisista si basa proprio su questo: provocarti una reazione esagerata per poi andare a dire in giro che la pazza sei tu. Per ritorcerti contro tutte quelle reazioni che, per causa di forza maggiore, hai dovuto tirar fuori per difenderti dai suoi abusi. Lui venderà l‘idea di se stesso come tua vittima, per attirare poi le attenzioni della nuova malcapitata (o più di una) e metterla nella condizione di dovergli dimostrare di essere meglio di te, se vuole essere amata degnamente (triangolazione anche questa, ma nei confronti della nuova preda). Suona familiare? Ricordiamoci che stiamo parlando di persone gravemente disturbate e pericolose. Mi rifiuto categoricamente di dargli la metà della Verità. TORNA AL BLOG VEDI ALTRI VIDEO

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L’ABUSO NARCISISTICO IN PILLOLE: un giorno in Paradiso e uno all’Inferno. Perché?

Una caratteristica tipica della relazione tossica è la montagna russa di emozioni (sia positive che negative) che si vivono in maniera alternata, in modo imprevedibile e senza una logica sensata. Infatti, passato un primo momento di Luna di Miele dove la preda si sente trattata e amata come mai nella vita, ricoperta di attenzioni e complimenti, inizia la fase della svalutazione. All’improvviso, la preda sembra essere diventata la gemella cattiva di sé stessa, i complimenti spariscono e così tutte le attenzioni e le parole d’amore. Per poi ritornare, a momenti alterni, a sentirsi un giorno in Paradiso e il giorno dopo all’Inferno. Su e giù, in alto e in basso, senza sosta e senza un motivo apparente. Un vero incubo per una persona emotiva ed empatica, che tende sempre a voler trovare un senso logico a quello che vive, che propende per lo stare bene in senso assoluto (soprattutto in coppia) e che, spinta da un enorme bisogno di amore, anela a vivere costantemente nel periodo d’oro senza dover mai affrontare la tortura della discesa agli inferi della svalutazione. Ma perché si vive questo “sali e scendi” di emozioni dettate dal Narcisista? La risposta è tanto semplice, quanto articolata. Sappiamo bene che lo scopo del narciso, che più propriamente in questo frangente diventa un vero Vampiro Emotivo, è quello di trarre energia per sopravvivere dalle sue risorse, prima tra tutte la partner. Privo completamente della facoltà di procurarsi da solo carburante, egli ha necessità di sottrarlo alle prede per esistere. E quale modo migliore di farlo generando in loro reazioni di rabbia (o stupore o felicità o angoscia) attraverso una provocazione? Proprio di questo si tratta: il Vampiro può prendere solo quello che la preda gli dà. E se la preda gli dà di meno in termini di carburante (in un momento di calma -apparente- dove la partner emotiva, erroneamente, pensa che nella relazione vada tutto bene) allora il narciso alza la posta in gioco e, con un moto distruttivo, la provoca per ottenere più energia. La vittima diventa come un contenitore da scuotere per fare uscire ciò che c’è dentro. Come quando agitiamo il porta-sale  da tavola per condire di più l’insalata. Se non esce abbastanza sale, piccoli colpi a destra e a sinistra, in alto e in basso del barattolo e il gioco è fatto. Vi suona famigliare? Un giorno siamo dee scese sulla terra e due giorni dopo diventiamo dei mostri con cattive intenzioni. E sentirsi dee e poi mostri, senza aver idea di cosa sia davvero successo nel frattempo per meritarlo, vivere nel dubbio costante di essersi comportate male davvero o di avere dei problemi gravi che ci mettono nella condizione di scalare al contrario la classifica del Narcisista, porta all’esaurimento nervoso. Un gioco al massacro che priva la preda di tutta la sua energia vitale, che la fa ammalare e spegnere lentamente. Che la getta in confusione, facendola annegare in un mare di sensi di colpa e di senso di impotenza perché, per quanto si impegni davvero, alla fine come fa sbaglia. E per quanto (da fuori) possa sembrare più logico allontanarsi dal Vampiro, diventa impossibile farlo quando si è in relazione con lui, perché un gesto d’amore inaspettato e agognato è sempre lì dietro l’angolo e pronto ad arrivare quando ci si appresta a raggiungere la porta d’uscita, impedendoci, in un qualche modo, di andare via. Perché la speranza che tutto cambi e il periodo d’oro ritorni è davvero l’ultima a morire. Se fosse davvero facile uscire da questo meccanismo malato, non paragoneremmo di certo questo tipo di abuso alla “tela di un ragno”. Bisogna prima affrontare la realtà per poi scappare via e mettersi in salvo. Bisogna saper riconoscere che si è finiti in una spirale malata nella quale non possiamo fare nulla per cambiare le cose, se non correre lontano senza voltarci più. Perché passare da momenti di condivisione ed entusiasmo a giorni e notti infiniti di solitudine, umiliazioni e silenzio, vuol dire, purtroppo, una sola cosa: Che l’amore, in quella relazione, non c’è mai stato. TORNA AL BLOG VEDI ALTRI VIDEO

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IL NARCISISTA PARLA MALE DI TUTTI

Avete mai notato che la caratteristica più marcata di una persona maligna (che sia questa Narcisista, Vampiro Emotivo o chissà cos’altro) è quella di essere in grado – con enorme maestria – di puntare su di sé la luce del riflettore gettando palate di oscurità tutt’intorno? Frasi come :  “Quello è davvero problematico/ Quella è proprio stupida/ Questa è una donna cattiva/ Questo è un uomo fallito” sono sempre sulle loro bocche. Insomma, per farla breve, non hanno mai mai una parola buona per nessuno! Queste frasi servono a convincerti che tutti coloro che l’hanno circondata in passato, così come molte persone che le girano intorno al momento, hanno sempre qualcosa che non va. Lei (parlo sempre della persona maligna) invece, è proprio sfortunata e vittima, per causa di forza maggiore, di questi soggetti cattivi che la accalappiano. Quando, ahimè, ci si innamora di una persona che parla così male del prossimo, la probabilità di credere a tutto ciò che ci racconta è molto alta. Questo perché il nostro bisogno di “salvare” il Narcisista, da quelli dipinti come brutti e cattivi, non ci fa essere obiettivi. E’ sì vero che il mondo è vario e che la possibilità di incontrare persone problematiche, stupide o cattive è sempre dietro l’angolo, ma la cosa meno veritiera è che queste persone capitino proprio tutte a lui/lei. Il Narcisista fa di tutto per portarti a credere che in mezzo al mucchio di persone cattive che lo circonda tu sia, invece, quella giusta, brava e buona che appunto lo salverà, non facendo altro che agganciarti definitivamente (abbiamo già visto come chi finisce nella tela del ragno del Narcisista abbia bisogno proprio di riconoscimento). Da lì a vedere tutte le cose attraverso i suoi occhi il passo è breve. Tutti diventano anche per te brutti e cattivi, tutte le situazioni della vita sono destinate alla catastrofe, in uno scivolo ininterrotto e senza fine di pessimismo cosmico con un unico terribile risultato: la sensazione di vivere l’inferno sulla terra e di non sapere più come uscirne. (Attenzione, questa realtà non è roba tua, è ciò che appartiene al Narcisista ma che, sapientemente, riflette su di te. E, volente o nolente, tutto questo ti contagia).  Farsi inghiottire dalla spirale negativa per mancanza di lucidità (classica dell’innamoramento prima e frutto del gaslighting dopo) e per abbondanza di ingenuità, è un processo a volte quasi inevitabile in una relazione tossica. Non sempre ma ho notato che molto spesso accade! E anche non privo di dolore poiché l’esito finale sarà poi, inevitabilmente, quello che il Narcisista ti ritorcerà tutto contro: un giorno sarai tu ad essere accusata di pensar male di tutto e tutti, e, alla fine dei conti, ti dirà che -in fondo- si era sbagliato anche su di te: prima eri bella, brava e buona e adesso non lo sei più (uno tra gli innumerevoli atti di svalutazione) , in quanto vedi il marcio proprio ovunque. Un vero e proprio lavaggio del cervello, non credete? TORNA AL BLOG VEDI ALTRI VIDEO

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GLI OCCHIALI ROSA

Una volta, una persona che è stata importante nella mia vita mi disse : “Giulia, devi imparare a vedere le persone per quelle che sono. Finché tu proietterai te stessa su di queste, potresti averne un’idea contraffatta, irreale. Togliti gli occhiali rosa, gli occhiali che filtrano la tua percezione dell’altro e impara a vedere le persone per come sono realmente“. Per anni mi sono chiesta cosa significasse questa frase. O meglio, come si facesse a togliersi questi occhiali rosa dal naso. Poi, ho avuto la risposta. Esistono persone che sono lupi travestiti da agnellini. Che sono come un serpente nascosto nell’erba pronto a morderti ed avvelenarti. Satana non è solo presente nel senso biblico. È presente in questa terra nella testa di alcune persone. Gli elementi per riconoscerli li abbiamo ma quei maledetti occhiali rosa ci impediscono di vedere bene. Quando percepisci che qualcosa non va, che i conti non tornano e che le parole non corrispondono alle azioni, ma soprattutto quando credi al tuo intuito che ti sta parlando in quel momento , non stai indossando gli occhiali rosa. Gli occhiali rosa sono la scusa per non darti ascolto, per alimentare la disconnessione interna che hai. Sono la materializzazione della dissonanza cognitiva. Sono l’antidoto all’auto- alleanza. Ringrazio i serpenti e i lupi travestiti da agnellino per avermi insegnato a suon di “botte” a non dubitare mai più delle mie intuizioni. Della mia guida interna. E a fanculo gli occhiali rosa, adesso ci vedo dieci decimi. TORNA AL BLOG VEDI ALTRI VIDEO

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DIVENTIAMO CIÒ CHE NON RIUSCIAMO A PERDONARE – La questione della rabbia e della vendetta

Tempo fa stavo guardando in TV un documentario sulle carceri americane che, purtroppo, sappiamo tutti avere un sistema di giustizia talmente rigido da contare (molto più che in altre parti del mondo) moltissime persone innocenti dietro le sbarre, o meglio “colpevoli fino a prova contraria”. Il documentario era proprio dedicato a queste persone che, dopo aver scontato anni ed anni di prigione ingiustamente, venivano finalmente scagionate e liberate, non prima di aver passato quasi una vita intera in condizioni terribili di reclusione e dopo aver subìto i soprusi più indicibili da altri detenuti e dalle guardie stesse. La cosa terribile che emergeva dalle loro interviste era la rabbia che si portavano dentro per aver dovuto sopportare risse, dispetti, solitudine, agguati ma, soprattutto, per aver dovuto imparare a farsi rispettare in quella versione di mondo così crudele, tirando fuori il loro lato peggiore per difendersi. Avevano dovuto fare i conti con la cattiveria vera, pur non avendo commesso alcun crimine. Ed erano diventati cattivi anche loro, per sopravvivere. Sono rimasta molto colpita dalla frase di un ex-detenuto, ritenuto poi innocente e liberato, che, mentre raccontava di come aveva dovuto imparare a ri-vivere una volta fuori, ha detto : “What we don’t forgive, we become” , che significa “Diventiamo quello che non riusciamo a perdonare”. Perché perdonare il giudice che ti ha condannato ingiustamente, gli altri detenuti che ti hanno massacrato di botte, fatto dispetti, che hanno tradito la tua fiducia per tornaconto, le guardie che ti hanno punito quando per disperazione avevi reagito o, peggio ancora, l’avvocato che ti aveva promesso che in un mese eri fuori e non ha fatto altro che aggravare la tua situazione, è davvero un atto di immenso coraggio. Ma chi non ci riesce, chi non riesce a compiere questo enorme atto di amore per se stesso (perché volenti o nolenti di questo si tratta) è destinato all’inferno sulla terra. E’ destinato a provare rabbia giorno e notte, desiderio di vendetta, a guardare sempre indietro e a non andare mai avanti, a non ricostruirsi, a non costruire nulla di nuovo che possa dare un senso al presente e al futuro. Ed è per questo che moltissimi ex detenuti, incarcerati ingiustamente, quando tornano alla libertà non reggono lo stress e si tolgono la vita. “Diventiamo quello che non riusciamo a perdonare”. Si diventa aridi, cattivi, rigidi perché incastrati nel passato in un labirinto senza uscita che risucchia fino all’ultima goccia di anima. Ho riflettuto tantissimo sulla frase di questo giovane ex- detenuto e, seppur con le dovute differenze, ho pensato che queste sue parole si possano applicare in tutte quelle situazioni di abuso psicologico che viviamo, anche senza esser finiti in una prigione fisica. Essere (o essere stati) in relazione un Narcisista è proprio questo: una prigione dalle sbarre trasparenti, ma allo stesso modo tangibili. E’ essere (stati) massacrati da chi credevamo ci amasse, è (stato) essere presi a botte invisibili (ma altrettanto dolorose) perché ritenuti mai “abbastanza”. E’ (stato) essere prosciugati di energie, positività, soldi, e sogni per il futuro da chi non ci ha mai nemmeno visti, perché agli occhi del Narcisista i “trasparenti” siamo noi. E quando ci liberiamo da cotanta sofferenza, quando ci risvegliamo dall’incubo, quando prendiamo in mano la nostra vita ed elaboriamo l’ingiustizia subita, il desiderio di vendetta ci bussa alla porta. Sta lì, non possiamo negarlo. Vorremmo che tutto il male che ci è stato fatto gli si ritorca contro (e nessuno mi toglie dalla testa che questo, per una legge di Equilibrio Universale, alla fine dei conti avvenga), subito, senza colpo ferire. Siamo arrabbiati. Ma solo trovando nel nostro cuore un piccolo spazio di compassione verso noi stessi  in primis- (perché abbiamo inconsciamente e in buona fede giustificato tali comportamenti)  e -in seconda battuta – per il nostro vampiro emotivo, possiamo trovare un po’ di pace. Non sarà preoccupandoci che questa vendetta si consumi che troveremo serenità. Non sarà guardando il resto del mondo con sospetto, non aprendo più il nostro cuore, la chiave di volta. Sarà tornare a splendere, la vera conquista. Sarà tornare ad amare noi stessi e poi le persone giuste, la vera vittoria. Restare impantanati nel rancore ci farà diventare come loro. Brutti, oscuri e dei morti viventi. “Diventiamo quello che non riusciamo a perdonare”. E’ difficile, ma il tempo è galantuomo e aiuterà. Soltanto aprendosi alla possibilità di accogliere il dolore e di dargli uno spazio nel nostro cuore, questo piano piano scemerà. E’ il primo grande atto di Amore verso noi stessi. E forse, è arrivata l’ora di donarcelo. TORNA AL BLOG VEDI ALTRI VIDEO

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COME RICONOSCERE UN MANIPOLATORE SERIALE

È capitato a molti di noi di avere a che fare con un abile manipolatore, sul lavoro, in famiglia o, peggio ancora, in una relazione sentimentale. Ma come riconoscerlo? Lo so, spesso è difficile (se non impossibile) stabilire se la persona con cui stiamo vivendo una relazione amorosa – ad esempio – è un attore degno del premio Oscar. Non siamo nati esperti, non siamo tutti psicologi, e a volte siamo così ingenui da non poter nemmeno credere che esistano davvero delle persone così crudeli. Sono i “Lupi travestiti da Agnellino” o “i Serpenti nascosti nell’erba”, per intenderci. Per rispondere a questa domanda da un milione di dollari, ho letto tantissimi libri, ascoltato centinaia di video sull’argomento (di esperti veri, per l’appunto). Era diventata una missione per me cercare di capire. Capire come mai nella mia vita questa tipologia di persone si presentasse, sotto diverse forme, ripetutamente. Troverete tantissimo materiale valido online, è importante studiare perché la consapevolezza è forza e salva la vita. Abilissimi seduttori, in realtà profondamente insicuri, questi soggetti sanno che possono avvicinare solo persone ingenue, o momentaneamente ferite e quindi più deboli del solito, con l’asticella della difesa abbassata. Qui di seguito la mia versione de “I comportamenti malsani del Narcisista Patologico, il manipolatore per eccellenza” (riletti attraverso la mia esperienza) -: {Attenzione: Esistono diversi tipi e gradi di Narcisismo; in questo articolo descriverò ciò con cui ho avuto a che fare io} All’inizio ti studia, riuscendo a conoscerti meglio di quanto tu conosca te stesso. Quando capisce che ti stai coinvolgendo, ti aggancia emotivamente. Come lo fa? Vendendoti un sogno. Ti giurerà amore a prima vista ed eterno. Il tutto ,più che un sogno, si rivelerà essere un’illusione o, meglio ancora, un incubo. Ti farà sentire l’unica scelta tra tante pretendenti. Lui vede finalmente la tua bellezza interiore, ti sembrerà di aver ricevuto un regalo immenso da parte dell’Universo. Tutte quelle attenzioni iniziali (che hanno il nome di “Love Bombing”  – Bombardamento d’Amore in Italiano) ti faranno cadere nel più crudele degli incantesimi. L’incantesimo della dipendenza. Una volta sicuro che tu sia caduta nella tela del ragno, comincerà a toglierti delle attenzioni, piano piano (e senza alcuna apparente ragione). Comincerai a sentire che c’è qualcosa di sbagliato in te e quindi a chiederti “Cosa ho fatto di male per ricevere meno attenzioni di prima? Non ero il suo ossigeno? Avrò sicuramente fatto qualcosa di male per meritarlo”! In quel momento sei caduta nel cuore della trappola e inizia il tormento della Svalutazione. All’improvviso tutto ciò che ti circonda è sbagliato: la tua famiglia, i tuoi amici, il tuo passato. Tutto è motivo di discussione. Il tuo aspetto fisico non va più bene, il tuo lavoro, i tuoi hobbies. Sei diventata la brutta copia della tua versione iniziale senza fare nulla in particolare. L’inganno sarà proprio questo: sentirti colpevole di essere diventata “così sbagliata” (non si capisce bene da quando e perché). Vieni triangolata in continuazione, ovvero messa in competizione con : oggetti, persone, hobbies. Tutto diventa più degno di attenzione di te. Persino la sua ex di cui parlava malissimo, adesso in confronto a te è meravigliosa. Ti dà più versioni di un evento, tutte diverse e contraddittorie. Questa tecnica di manipolazione si chiama “gaslighting”, un’arma potente che ti farà dubitare della tua stessa memoria. In fondo, non sono le sue bugie seriali ad essere oggetto di discussione,  sei tu che ricordi male, no?! Non ti da mai spiegazioni e ti sembra di parlare con un muro di gomma. Più cerchi di spiegarti e più lui non ti capisce, ti ignora, fraintende (o almeno fa finta) e questo ti farà arrabbiare moltissimo. Ti porta ad avere reazioni di rabbia e frustrazione molto forti. A quel punto, se per far sentire la tua voce la alzerai, sarai tu la pazza con problemi mentali. Loro la calma non la perdono quasi mai. La confusione è la parola chiave. Entrerai in Dissonanza Cognitiva: una parte di te vorrà ribellarsi, l’altra giustificherà il Narcisista perché crederà alla versione che “tu sei quella sbagliata “. Tutte queste emozioni forti (gioia, dolore, rabbia – prima una e poi l’altra, in una danza senza fine) innescano dei meccanismi di dipendenza biochimica. Il tuo corpo ne vorrà sempre di più. Quando troverà un’altra con cui ricominciare questo teatrino da capo, ti mollerà come si fa con la busta della spazzatura gettata velocemente nel secchione. Senza spiegazioni, senza tanti giri di parole, lasciandoti in una valle di lacrime. Effettuerà quindi un vero e proprio scarto. Sparirà nel silenzio più assoluto. Questa è una punizione vera e propria (come hai osato ribellarti?) La famosa punizione del silenzio (o Silent treatment), per l’appunto. Tornerà, senza ombra di dubbio, quando dovrà svalutare la prossima malcapitata. Perché anche se non lo hai mai saputo, lui con le altre donne che nel frattempo seduceva, parlava male di te. Le doppie vite, le bugie, i doppi cellulari, i vari profili Facebook, sono per il Narcisista pane quotidiano. E così farà con la nuova vittima, stesso copione.  Oppure inventerà una finta epifania, tornerà facendoti credere che “ha capito”, che “è cambiato”. Un’altra illusione che porterà in un futuro sempre più vicino ad uno scarto ancora più crudele. E così via, fino a quando non ti sveglierai e porrai fine a questo gioco al massacro. Lui cosa ci guadagna da tutto questo ? La solitudine, la crudeltà e le ferite infantili mai guarite di questi individui, li lasceranno vuoti e persi per tutta la vita. Ma nel frattempo, dalle varie relazioni vissute (e purtroppo il più delle volte in parallelo) riceveranno nutrimento. Nutrimento per il loro ego smisurato con tutte le tue attenzioni, i tuoi soldi e il tuo amore sincero. Il lavoro da fare a seguito delle profonde ferite (ri)aperte dal Narcisista (ebbene sì, a volte si tratta di ferite già esistenti in noi che verranno ingigantite dal manipolatore di turno – ma ne parlerò in un altro articolo -) è chiedere l’aiuto di un terapeuta, informarsi su queste dinamiche e infine allontanarsi

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